add editore
Dialoga con: Dalila Lattanzi
Abitare è una delle principali caratteristiche dell’essere umano e la casa è il luogo umano per eccellenza. Servendosi anche di un suggestivo giro del mondo tra le architetture vernacolari, il libro va in cerca del senso profondo dell’abitare. Dalle Ande peruviane alle montagne indiane, passando per il Vietnam e la Mongolia, Andrea Staid ci racconta che una palafitta sul lago Inle in Myanmar si regge su pali di bambù che vanno controllati e spesso cambiati, oppure che le travi del pavimento di una casa nelle montagne del Laos invecchiano, respirano e vanno revisionate. Ci racconta quindi che le case sono vive. In questo libro non ci sono solo esperienze lontane, perché dai viaggi c’è sempre un ritorno e ovunque sta nascendo la consapevolezza di quanto sia importante vivere (dunque abitare) in un modo più sostenibile ed ecologico. La casa vivente unisce antropologia ed esperienza personale, viaggio ed etnografia e ci invita a ripensare il nostro modo di immaginarci nello spazio.
Andrea Staid è docente di antropologia culturale e visuale presso la Naba, ricercatore presso Universidad de Granada, dirige per Meltemi la collana Biblioteca/Antropologia. Ha scritto diversi libri, tra cui Abitare illegale e I dannati della metropoli tradotti in Grecia, Germania, Spagna e adottati in varie facoltà universitarie. Collabora con diverse testate tra le quali: «Left», «Il Tascabile», «La Ricerca».