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Dialoga con: Fabio Cani, autore della premessa storica al volume
Chiusa nel 1980, la Ticosa aveva alle spalle una storia più che centenaria. Fondata come Tintoria Saba Frontini, diventata Tintoria ed Apparecchiatura Comense, per decenni e decenni era stata per l’intera città, semplicemente, la Comense: la fabbrica più grande della città, giunta ad avere 2500 maestranze; la fabbrica alla testa dell’industrializzazione della convalle; la fabbrica delle lotte di inizio secolo, e poi dello sciopero antifascista del 1944, e quindi della deportazione di quattro operai e due operaie; la fabbrica del boom economico e della sua crisi. Anche una volta chiusa, la Ticosa ha fatto la storia della città: con la dismissione industriale, con l’acquisto pubblico prima e la cessione ai privati poi, con l’occupazione da parte dei migranti, con i progetti urbanistici e architettonici mai portati avanti, con la bonifica interminabile, con l’abbandono, gli inevitabili parcheggi, i dibattiti, le proposte, e le chiacchiere. Fotografie di Gin Angri e note storiche di Fabio Cani e Mauro Frangi.
Gin Angri dal 1982, per dieci anni, lavora in Mozambico, prima come responsabile del Centro di Formazione Fotografica, ed in seguito, presso l’Istituto di Comunicazione Sociale di Maputo. Dal ’92 con il suo ritorno in Italia collabora con agenzie fotografiche, seguendo temi di carattere sociale e di attualità.
Fabio Cani è editore e studioso di storia locale, da molti anni si occupa di storia della città di Como e del suo territorio, con una particolare attenzione ai temi della modernità e dell’immagine. È autore di numerose pubblicazioni su questi argomenti.